| -2- Mi sveglia di soprassalto,spalancai gli occhi nel buio,mi sentivo confuso,lungo la schiena nuda sentivo i sudori freddi scivolare lentamente,il mio cuore picchiava all’impazzata e per un attimo temetti che potesse sfondarmi la gabbia toracica. I miei scatti di terrore svegliarono bruscamente anche Rose,la mia ragazza. “Oh mio dio!,amore che hai?!” aveva lanciato un piccolo grido,si era impaurita. Respiravo lentamente,avevo il fiatone,mi imposi la calma,raccolsi il viso tra le mani. Sentì la calda mano di Rose accarezzarmi la schiena. “Amore,hai avuto un altro incubo?” restai in silenzio per qualche istante,poi quando mi sentì pronto annuì con la testa. Rose mi abbracciò e mi diede un bacio sulla spalla. “Calma,calma…Adesso ci sono io,hai voglia di parlarne?” Tolsi le mani dal viso. “Vado un attimo a sciacquarmi il viso amore,torno subito.” Le dissi cercando di mantenere il tono calmo “Ok,ti aspetto.” Disse lei. Mi alzai dal letto ed andai in bagno,prima di entrare accesi la luce,andai al lavandino e feci scorrere l’acqua fredda,poi immersi il viso sotto il getto gelido,sentivo ogni pensiero congelarsi,amavo questa sensazione,restare sospesi nel nulla e non pensare più a niente. Chiusi il rubinetto e mi asciugai il viso con la salvietta accanto al lavandino,tamponai per bene la pelle,poi osservai la mia immagine riflessa nel grande specchio del muro,non notai nulla di particolare se non che avevo le guancie rosse per il freddo dell’acqua e orribili occhiaie nere sotto agli occhi,orami era da quasi una settimana che non riuscivo più a dormire per colpa degli incubi,esattamente da quando mia sorella Katrine è scomparsa. Le circostanze sono state sospette sin da subito,mia madre mi chiamò allarmata Domenica scorsa mentre ero via con Rose per il week-end. Mamma mi disse che non riusciva a chiamare Katrine e le rispondeva sempre la segreteria telefonica,all’inizio le dissi di non preoccuparsi e non ci feci caso perché è sempre stata un tipo apprensivo. Insistette che provassi a chiamarla pure io,in effetti nemmeno a me rispose. Martedì mattina venni contattato da un ispettore dell’F.B.I che mi informò della presunta sparizione di mia sorella. Sentivo che qualcosa non andava,il mio istinto mi stava avvertendo,ma per la prima volta non li diedi retta,mi sono lasciato andare ed è successo questo,continuo a pensare che se mi fossi comportato diversamente,avrei potuto accorgermi che qualcosa non andava,sarei andato da lei e avremmo sistemato le cose insieme,qualsiasi cosa fosse,come facevamo da sempre. Mi sentivo in colpa,non avevo fatto nulla per impedire che accadesse,anche se eravamo lontani da quasi cinque anni,non mi sentivo mai solo,perché sapevo che lei c’era sempre,noi due siamo sempre stati uniti da un legame empatico,sin da piccoli. Anche se abbiamo quattro anni di differenza,ci univa una perfetta sintonia,per lei poi sono sempre stato un idolo,soprattutto quando eravamo bambini. Sapevamo sempre cosa provava l’altro,non solo,intuivamo anche i nostri reciproci pensieri. Sapevo che lei mi stava cercando,in qualche modo ho iniziato a credere che i miei incubi nascondano qualcosa,come dei messaggi,ultimamente ho passato tutto il tempo a ragionare su questa teoria e anche se può sembrare una cosa da fantascienza,dentro di me sapevo che era così,dovevo solo interpretarli,per quanto terribili fossero. Fissavo con insistenza il mio viso riflesso nello specchio,i miei occhi verdi avevano la pupilla stretta a causa della forte luce della lampada alogena,sono molto belli,chiunque incontri li nota subito e ne rimane colpito hanno una specie di potere ipnotico su chi li osserva. La mia attenzione venne catturata da qualcosa sulla mia bocca,fu solo questione di pochi attimi,ma mi parve di vedere un leggero alone azzurrino che venne assorbito dalla pelle delle labbra. Battei le palpebre e osservai meglio,non c’era niente,probabilmente era stata la suggestione del sogno,non poteva essere che così,però sentivo il mio istinto scattare dentro di me,magari era solo la mia immaginazione,ma se mi aveva procurato quella reazione,non era un dettaglio da trascurare. Mai,mia più commetterò l’errore di non ascoltare il mio istinto. Tornai in camera da letto,Rose mi aspettava sotto le coperte,aveva acceso la luce della lampada sul suo comodino,mi sorrise appena entrai nella stanza. Mi rinfilai sotto le coperte e ci abbracciammo,lei iniziò ad accarezzarmi il viso. “Come stai?” mi chiese,era preoccupata,il che era comprensibile. Annuì leggermente con la testa. “Meglio,grazie.” Cercavo di apparire calmo,ma le risposi in tono freddo. “Tesoro,mi dispiace tanto,hai sognato ancora tua sorella vero?” “Si,è stato terribile. Mi trovavo in mezzo alla nebbia,e lei mi attirava cantando,poi quando l’ho raggiunta…” mi fermai,non me la sentivo proprio di raccontare il resto,Rose mi osservava con i suoi occhi da cerbiatta,avvicinò il viso al mio e mi diede un dolce bacio,nel momento in cui le nostre labbra si toccarono nella mia mente rivissi l’attimo in cui Katrine mi stava baciando con la bocca piena di sangue…del mio sangue,istintivamente respinsi Rose. Il mio gesto la fece restare interdetta,nei suoi occhi vidi dispiacere,delusione ma anche tanta preoccupazione. Mi vergognai di aver reagito così. “Perdonami,io…” “John,che ti sta succedendo?,amore non puoi continuare così,è da quasi una settimana intera che non dormi per colpa degli incubi,e poi durante il giorno sei sempre distratto,ti comporti come se avessi la mente altrove e la cosa peggiore è che cerchi di fingere che vada tutto bene e non ti confidi con me,io sento che ti stai chiudendo completamente e non so che fare per aiutarti,vorrei starti accanto ma tu…” “Scusami tesoro,è che...non riesco a non pensare a Katrine,sento che le è successo qualcosa e non so cosa fare,non so dove cercarla,l’altro giorno quando mi ha chiamato mia madre non feci caso alle sue parole,ma sentivo che qualcosa non andava e non ho fatto niente.” Strinsi le lenzuola tra le dita,evitando lo sguardo di Rose,lei mi strinse forte a se. “Amore,non dirlo nemmeno per scherzo,nessuno poteva saperlo,è stata una disgrazia,ma vedrai che la ritroveranno,non devi sentirti in colpa perché tu non hai fatto niente.” “E’ proprio questo il problema.” Dissi freddamente. Rose mi coccolò per un po’ fino a che non ci addormentammo entrambi. Il mio sonno fu privo di sogni. La mattina dopo era Venerdì,ed essendo il mio giorno libero solitamente non mi alzo presto come tutte le mattine ma dormo fino alle 9-9:30,tuttavia non riuscivo proprio a dormire,così mi alzai dal letto,facendo attenzione a non svegliare Rose,poi andai in cucina per preparare la colazione. Cucinare è una cosa che mi piace moltissimo,iniziai a coltivare questo piccolo hobby quando ancora andavo al college,mia madre è una cuoca eccezionale ed è stata un’ottima maestra,andando a vanti mi sono appassionato e ora so preparare pietanze molto gustose,soprattutto piatti della nostra terra originaria l’Italia. tutti mi dicono che dovrei fare il cuoco e che ho talento,ma sinceramente non mi sono mia visto bene a stare dietro i fornelli per tutto il giorno. Al mattino non mi piace mangiare pesante,così preparai uova strapazzate e pancetta abbrustolita per Rose mentre io mi accontentai di una tazza di caffè nero con una fetta di crostata ai frutti di bosco avanzata,l’avevo preparata l’altro giorno per Rose,perché so che le piace tanto. Rose arrivò in cucina proprio quando le sue uova erano quasi pronte. Mi si avvicinò e mi abbracciò da dietro,mentre ero intento a girare le uova con la paletta. “Buon giorno amore,mmm che profumino!.” Mi disse e mi diede un bacio sulla bocca,indossava solo la mia camicia. Le sorrisi. “Ciao dolcezza,ti ho fatto la colazione.” Le dissi in tono dolce,mi sentivo ancora in colpa per quello che era successo questa notte. Preparai il suo piatto e lo servì con un bel bicchiere di succo d’arancia spremuta a mano. Mangiammo in silenzio,lei era ancora intontita dal sonno,mentre mangiava spesso si imbambolava tenendo gli occhi aperti come due fessure,aveva una faccia buffissima. Sbadigliò rumorosamente. “Oggi pomeriggio pensavo di andare a fare un po’ di shopping,ti và di venire con me? così per distrarsi un po’.” non avevo voglia di uscire,preferivo stramene da solo,avevo bisogno di riflettere,le cose mi stavano scivolando di mano e dovevo fare qualcosa,nei giorni scorsi le ricerche dell’F.B.I erano andate avanti,ma avevo la sensazione che stessero seguendo la pista sbagliata,così decisi di iniziare a cercarla personalmente,ero stanco di aspettare e in genere sono sempre stato un tipo piuttosto impulsivo. “Amore,non me la sento proprio,preferisco starmene a casa a riposare.” Cercai di essere credibile,Ros emi conosceva bene e non era difficile per lei capire quello che avevo intenzione di fare,per fortuna questa volta mangiò la foglia,nonostante tutto il mio aspetto emaciato a causa delle notti passate insonni mi diedero una mano a rendermi convincente. “Bravo amore,fai bene,hai davvero bisogno di calmarti e di dormire,purtroppo nessuno di noi può fare niente per Katrine,dobbiamo solo aspettare che la trovino presto.” “Hai ragione.” Dissi reggendole il gioco. Dopo colazione Rose si preparò ed uscì di casa per andare al lavoro. “Buona giornata amore,ci vediamo stasera.” Le dissi. “Ok,ti chiamo più tardi verso l’ora di pranzo così ti lascio dormire,a stasera tesoro.” Ci baciammo,poi lei prese le scale e io chiusi la porta di casa. Passai la mattina a ragionare sui miei incubi e su quali elementi potessero avere in comune tra loro,nei miei sogni incontravo sempre Katrine in luoghi solitari,spesso c’era la nebbia e faceva freddo,l’atmosfera era cupa e lei anche se in apparenza sembrava quella di sempre,poi manifestava atteggiamenti strani,ambigui,come se cercasse di ammaliarmi come se stesse giovando,si comportava esattamente come un predatore ed io ero la sua preda. Avevo bene in mente da dove dovevo iniziare ad indagare,decisi di prenotare un biglietto aereo su internet per andare a New York,dove viveva lei,sapevo che condivideva la stanza al Fordham University Lincoln Center Campus con una sua amica di studi,l’ho anche incontrata diverse volte,si chiama Jennifer. Preparai il mio bagaglio che consisteva in una piccola valigia trolley,misi dentro un cambio completo,e poche altre cose utili,prima di andarmene scrissi qualche riga a Rose,le lasciai il biglietto sul tavolo della cucina. Partì dal Ronald Reagan Airport,alle 11:55 con il volo ,il viaggio durò circa un’ora e undici minuti, ne approfittai per sonnecchiare un po’,arrivai alle 13:00 precise al New York J F Kennedy International Airport. Appena fuori dal terminal prendo subito uno dei Taxi in sosta accanto al marciapiede “Mi porti al Lincoln Center University Campus per favore.” “Ok capo!” il tassista è uno straniero,dall’aspetto sembra essere di origine medio orientali,l’ho intuito anche dal suo accento,a dire la verità non sono convinto che conosca più di tanto l’inglese. Dal finestrino osservo la città,New York è molto grande e dispersiva,ricordo che da bambino i nostri genitori avevano portato me e Katie a visitare alcuni parenti a Little Italy,nella “grande mela”,oltre alla classica salita sulla cima della statua della libertà e Time Square,facemmo l’intero giro delle principali attrazioni che New York offre. Circa mezz’ora dopo arrivai al Campus,pagai il tassista,presi il mio bagaglio e mi incamminai verso gli edifici dell’università,alla Reception tentai di rintracciare la stanza di mia sorella,sperai di trovare li Jennifer. Il campus è davvero enorme,non ho difficoltà a muovermi all’interno visto che ho terminato da poco l’università,in poco tempo raggiungo la stanza di katie nel dormitorio,mi fermo davanti alla sua stanza,la numero 206,busso. Dopo alcuni istanti di silenzio sento dei rumori dal’altra parte,c’è qualcuno dentro alla stanza,una voce di ragazza risponde. “Chi è?” “Jennifer!,sono John,il fratello di Katrine.” Fece scattare la serratura ed aprì la porta all’istante. Sulla soglia si presentò Jennifer con aria sorpresa,evidentemente non sia spettava certo di vedermi,mi si avvicina per salutarmi con un breve abbraccio. “John!,ciao,cosa ci fai qui? Non mi aspettavo di vederti!.” Jennifer è una ragazza piuttosto carina,è bionda e ha due occhi color ghiaccio molto belli,è più bassa di me ed ha un corpo atletico e snello,katrine una volta mi disse che aveva posato per alcune copertine di una qualche rivista di moda. Katrine ci presentò tre anni fa in occasione di una visita che le feci,mi confessò anche di piacere a Jennifer,però lei non ha mai avuto il coraggio di dichiararsi apertamente,ad ogni modo anche se la trovo una ragazza piacevole,non è affatto il mio tipo,forse però avrei potuto sfruttare questo elemento a mio vantaggio,Jennifer era la migliore amica di Katrine e se giocavo bene le mie carte,forse potevo ottenere informazioni preziose,magari che non aveva rivelato all’F.B.I o anche dettagli che erano stati tralasciati.
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