Làvì<3 |
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| Ragazze..perdonatemi se non ce l'ho fatta a postare primaa!Capitolo Ottavo – L’abbandono“Matilde?” una voce continuava a chiamarmi. I colori sfocati iniziarono a farsi più nitidi. Due ragazzi mi fissavano scuotendomi. Sotto di me il pavimento freddo mi faceva rabbrividire. Istintivamente portai le braccia al petto per riscaldarmi, e uno dei due ragazzi, che aveva i tratti di mio fratello, mi sollevò portandomi nella mia stanza. Riconobbi la coperta bordeaux. Mi piaceva moltissimo quel colore. Dava un senso di calore alla camera. Era anche il colore preferito della mamma. Sorrisi al pensiero. Tutte le volte che pensavo alla mamma la nostalgia mi faceva spuntare il sorriso bagnato dalle lacrime. Venni stesa sul letto. Quando le braccia mi lasciarono, andando a distendersi lungo il corpo snello di Marco, guardai l’altro ragazzo. Mi alzai di scatto. “Tommaso!” urlai riconoscendolo, ma fui costretta a mettere le testa sul cuscino a causa del giramento. Il mio angelo si girò verso di me, sorrise, ma non disse niente. Uscì dalla stanza seguito da mio fratello, sentii che parlavano, di me. Un’immensa tristezza mi invase lasciandomi senza fiato. Cercai di alzarmi ma non ci riuscii a causa del mondo intorno a me che non smetteva di girare vorticosamente. Il terrore che Marco non mi permettesse di vedere più Tommaso mi fece scappare una lacrima. Abbraccia il cuscino e senza accorgermene, mi ritrovai in un parco. Camminavo da sola, era buio, faceva freddo. Io indossavo soltanto un pigiamino di seta. L’avevo comprato insieme a Noemi. Dovevamo andare in gita con la scuola e il mio vecchio pigiama ormai andava cambiato. Il vento mi scompigliava i capelli ed ero costretta a tenere gli occhi semi- chiusi. Il sonno si faceva sentire sempre di più. mi guardai intorno, non c’era nessuno. Vidi una panchina illuminata da un lampione e decisi di sedermi lì. Sperai con tutta me stessa che da un momento all’altro apparisse Tommaso. Così avrei capito che non mi aveva abbandonata. Restai lì per non so quanto tempo. Gli occhi mi si stavano riempiendo di lacrime.. il vento mi pungeva la pelle come aghi affilati. Mi strinsi le braccia intorno al corpo per avere un po’ di caldo, ma senza successo. Dovevo svegliarmi.. Vidi una figura nera che mi si avvicinava. “Ciao bella!” mi disse “sei da sola? Vieni con me.” La paura mi aveva immobilizzato, non riuscivo a parlare ne ad alzarmi e scappare. Mi rannicchiai sulla panchina mettendomi le mani sulle orecchie, iniziai ad urlare.
“Matilde! Matilde! È tutto apposto, sono Marco. È stato un incubo, stai tranquilla.” Aprii gli occhi e il mio fratellone mi guardava con aria preoccupata. Sembrava che la lingua fosse stata mangiata dal gatto. Non riuscivo a parlare. “Oi, tesoro, tutto ok?” mi disse per tranquillizzarmi. Ma una domanda continuava a ronzarmi nella testa. Perché non era venuto a salvarmi? Persi lo sguardo in quello di Marco. Le mie mani stringevano le coperte, la mia bocca semi-aperta voleva dire qualcosa, i miei occhi erano punti dalle lacrime, il corpo tremava ancora. Tutto perché avevo capito una cosa. Mi aveva abbandonata. Quando riuscii a muovermi, portai le mani sulle guance di mio fratello, che mi guardava ancora preoccupato. “Dov’è?” chiesi in un sussurro. Per un momento pensai che non mi avesse neanche sentito. “Mi ha spiegato cos’è successo..” “e?” “e..ho preferito che tu non lo rivedessi. Anche lui è stato d’accordo.” Non riuscii a trattenermi. I singhiozzi scoppiarono in un fiume di lacrime. Mio fratello mi accarezzava la testa. Una della mie mani sul viso scattò andando ad allontanare quella di Marco. Era tutta colpa sua, sua e di Tommaso. Ed adesso?! Mi aveva abbandonata?! La rabbia saliva e cacciai fuori dalla mia stanza mio fratello, malamente. Mi vestii velocemente, non volevo stare un secondo di più in quella casa. Uscii di corsa ma riuscii a sentire Marco che mi chiedeva dove stessi andando. Non risposi. Guardai l’orologio. Era mattina. Non avevo intenzione di andare a scuola. Non oggi! Mi asciugai le lacrime che erano scese involontariamente ed afferrai il telefono. Chiamai Noemi. “Pronto?” “Noe, sono Mati..” “Ehi! Che hai fatto?” “Ti spiego dopo. Ci vediamo al nostro bar tra dieci minuti.” “Ok. A dopo!” Questa era una delle cose che apprezzavo più di Noemi. Lei c’era sempre!Capitoli 9&10Edited by Làvì<3 - 13/11/2009, 20:20
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